I cristiani hanno ragione. La nostra ricerca verifica le loro affermazioni: Le comunità armene, greche e assire (o siriache) della Turchia sono scomparse come risultato di una campagna scaglionata di genocidio iniziata nel 1894, perpetrata contro di loro dai loro vicini musulmani. Nel 1924, le comunità cristiane della Turchia e dei territori adiacenti erano state distrutte.
Nel corso degli ultimi dieci anni, abbiamo setacciato gli archivi turchi, statunitensi, britannici e francesi, così come alcuni materiali greci e le carte dei ministeri degli esteri tedesco e austro-ungarico. Questa ricerca ha permesso di documentare un modello sorprendentemente coerente di atrocità etno-religiose nel corso di tre decenni, perpetrate dal governo turco, dall’esercito, dalla polizia e dalla popolazione.
Il massacro concentrato degli armeni di Turchia nel 1915-16, comunemente noto come genocidio armeno, è ben documentato e riconosciuto (al di fuori della Turchia, che ancora si oppone aspramente all’accusa). Ma il genocidio armeno fu solo una parte, anche se il fulcro, di un più ampio arco di eliminazione che durò circa 30 anni. Il nostro lavoro fornisce la prima descrizione e analisi dettagliata dei massacri del 1894-96 e della distruzione delle comunità greche e armene rimaste nella regione nel 1919-24 da parte di Mustafa Kemal Atatürk, il fondatore della repubblica turca.
Lo spargimento di sangue è stato alimentato dall’animosità religiosa. I turchi musulmani – aiutati da altri musulmani, tra cui curdi, circassi, ceceni e arabi – uccisero circa due milioni di cristiani in serie di massacri immediatamente prima, durante e dopo la prima guerra mondiale. Questi massacri furono organizzati da tre governi successivi, quelli del sultano ottomano Abdulhamid II, dei Giovani Turchi e, infine, di Atatürk. Questi governi espulsero anche tra 1,5 e 2 milioni di cristiani, soprattutto in Grecia.