In questo periodo dell’anno, devo sempre fare una pausa dalla pianificazione della zucca e meravigliarmi della migrazione degli uccelli. Come fanno a trovare la strada per il mondo senza Google Maps? Non ne siamo sicuri, ma la ricerca ha dimostrato che usano una serie di tecniche di navigazione…
1. I riflessi migratori e le abilità di navigazione sembrano essere scritti nei geni. Gli uccelli in cattività sono stati osservati diventare piuttosto agitati e cambiare i loro modelli di sonno proprio prima del loro tempo naturale di migrazione. Gli etologi – coloro che studiano il comportamento animale – chiamano il comportamento degli uccelli zugunruhe (“irrequietezza migratoria”). Gli uccelli in cattività mostrano la zugunruhe anche se non sono esposti alla luce naturale o ai cambiamenti di temperatura stagionali. Anche con l’irrequietezza, molti di questi uccelli si orientano nella direzione in cui sarebbero normalmente in viaggio in quel periodo dell’anno. I ricercatori dicono che il fatto che gli uccelli sappiano sia quando che dove migrare senza indizi ambientali suggerisce che i geni, e un calendario biologico scritto in loro, giocano un ruolo nella migrazione.
2. I geni vanno bene per farli partire, ma come navigano gli uccelli una volta che si alzano in volo? La teoria prevalente è che il campo magnetico terrestre gioca un ruolo importante. Negli ultimi anni, gli scienziati hanno scoperto piccoli pezzi di magnetite (un minerale magnetico) nel cervello di diverse specie animali, tra cui uccelli, pipistrelli, balene e delfini. La magnetite potrebbe consentire agli animali di utilizzare i campi magnetici della terra come guida per la migrazione, ma la ricerca è solo un graffio sulla superficie. Ora che sappiamo che gli uccelli e altri animali potrebbero rilevare i campi magnetici e abbiamo esplorato i meccanismi con cui potrebbero farlo, ulteriori ricerche dovranno affrontare la questione di come gli animali raccolgono informazioni dal campo magnetico, le elaborano e le usano per navigare.
3. Uno studio particolarmente interessante ha dimostrato che gli uccelli migratori usano anche la “navigazione celeste” per orientarsi al buio. Gli uccelli in cattività collocati in un planetario cambiavano il loro orientamento direzionale quando lo schema delle stelle sul soffitto si spostava e si confondevano quando le immagini delle stelle venivano oscurate. Gli scienziati che hanno condotto l’esperimento suggeriscono che gli uccelli usano la disposizione delle costellazioni nel cielo come una bussola.
Ma perché migrare in primo luogo? E perché gli uccelli si preoccupano di volare verso nord una volta che hanno raggiunto un luogo più caldo? Per lo stesso motivo per cui devo allontanarmi dalla scrittura e andare al negozio all’angolo: la ricerca di cibo. Mentre gli uccelli potrebbero essere programmati per migrare in certi periodi dell’anno, un recente studio ha concluso che gli uccelli non faranno il viaggio senza certi spunti fisiologici e ambientali, il più importante dei quali è la scarsità di cibo. Gli uccelli volano verso sud in inverno in cerca di fonti di cibo alternative, e anche se la loro casa estiva potrebbe essere più bella, tornano a casa in primavera quando le loro scorte di cibo abituali sono riempite. Se c’è ancora cibo da avere in entrambi i posti, però, alcuni uccelli ritarderanno la migrazione o non si preoccuperanno di partire affatto, scegliendo invece di riunirsi in stormi per foraggiare.
Questo articolo è apparso originariamente lo scorso autunno.