Ricordate l’acrilammide? I suoi 15 minuti di fama si sono verificati nel 2002, quando i ricercatori svedesi e le autorità di regolamentazione alimentare hanno riferito che i prodotti fritti e cotti al forno – soprattutto patatine fritte e chips di patate – contenevano grandi quantità di questa sostanza chimica. Successive analisi da parte di ricercatori di altri paesi, compresi gli Stati Uniti, hanno confermato ciò che gli svedesi avevano trovato e anche di più: l’acrilammide è stata trovata in pane, cereali, biscotti, cracker, caffè e cacao. Secondo alcuni calcoli, più di un terzo delle calorie che assumiamo ogni giorno provengono da alimenti che contengono la sostanza chimica.
Anche se nuova per la maggior parte di noi, l’acrilammide (pronunciato a-KRIL-a-mide) era un’entità nota prima dei titoli dei giornali. Aveva una lunga storia di utilizzo in diversi processi di fabbricazione e come “chiarificatore” nel trattamento delle acque perché intrappola i solidi sospesi e li toglie dalla soluzione. Il suo dossier sugli effetti sulla salute includeva casi di danni neurologici da grandi esposizioni sul lavoro, ma la preoccupazione maggiore, di gran lunga, era che potesse causare il cancro. Sulla base dei risultati di studi sugli animali che prevedevano l’alimentazione di ratti in grandi quantità, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro lo aveva classificato come probabile cancerogeno.
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