Le persone transgender in India sono sotto i riflettori da quando la Corte Suprema ha ufficialmente concesso loro la categoria “terzo genere” il 15 aprile. Se la sentenza sarà applicata con successo, l’India avrà persone transgender che studieranno nelle scuole tradizionali, otterranno diplomi universitari, faranno lavori regolari e, si spera, vivranno ovunque sceglieranno senza la paura di essere molestati.
Ma quanto sappiamo veramente delle persone transgender? Gli hijra e i kinnar sono la stessa cosa degli eunuchi? In che modo i kothi sono diversi dagli hijra? Quali termini sono accettabili e quali sono dispregiativi? Ecco una breve guida alla terminologia associata alle comunità transgender in India, compilata dalle definizioni date nella sentenza del 15 aprile e dagli attivisti transgender.
Eunuco: Una persona che è nata maschio, ma è evirata o castrata. Se la castrazione avviene in giovane età, come spesso accade, può avere conseguenze ormonali importanti. Un eunuco può anche riferirsi a una persona intersessuale i cui genitali sono ambiguamente maschili alla nascita.
Hijra: La parola persiana è vagamente tradotta come eunuco in inglese, ma a differenza degli eunuchi, non tutti gli hijra sono necessariamente castrati. Secondo la sentenza, gli hijra sono maschi biologici che rifiutano la loro identità maschile e si identificano o come donne, o “non-uomini”, o “a metà tra uomo e donna” o “né uomo né donna”.
In India, gli hijra tendono a identificarsi come una comunità con i propri rituali di iniziazione e professioni (come mendicare, ballare ai matrimoni o benedire i bambini). Hanno anche un loro linguaggio segreto in codice, noto come Hijra Farsi, che deriva dal persiano e dall’hindustani.
Kinnar: Il termine per gli hijra nel nord dell’India. In altre parti dell’India, come il Maharashtra, il termine kinnar viene usato più recentemente dagli hijra più istruiti per riferirsi a se stessi.
Aravani: Il termine per gli hijra nel Tamil Nadu. Si identificano come donne intrappolate in corpi maschili, anche se molti aravani preferirebbero essere chiamati ‘Thirunangi’.
Kothi: Il giudizio descrive i kothi come un gruppo eterogeneo, perché si riferisce a maschi biologici che mostrano vari gradi di essere effeminati. Preferiscono assumere il ruolo femminile nelle relazioni omosessuali, anche se molti kothi sono bisessuali. Alcuni hijra si identificano anche come kothi, mentre non tutti i kothi si identificano come hijra o addirittura come transgender. Non vivono in comunità separate.
Shiv-shakthis: Tipicamente riferendosi ad una comunità di transgender in Andhra Pradesh, gli Shiv-shakthis sono maschi che sono considerati “posseduti da” o “sposati con” gli dei, in particolare Lord Shiva. Hanno un’espressione di genere femminile e si travestono da donne durante i rituali religiosi e i festival. Lavorano tipicamente come astrologi o guaritori spirituali. La comunità è sorvegliata da guru che introducono discepoli e li addestrano per il lavoro.
Jogti hijras: In Maharashtra e Karnataka, jogtas e jogtis si riferiscono a servi maschi e femmine che dedicano (o vengono fatti dedicare) la loro vita agli dei in diversi templi. I jogti hijras si riferiscono ai transgender maschio-femmina che si dedicano al servizio di un particolare dio.
Hijra, kothi, aravani: una guida rapida alla terminologia transgender