Le alternative al glutine sono assolutamente vitali per coloro a cui è stata diagnosticata la malattia celiaca, poiché l’unico trattamento attualmente disponibile è una dieta rigorosa senza glutine che dura tutta la vita. Molti medici e nutrizionisti raccomandano alimenti come amaranto, miglio, grano saraceno e quinoa come sostituti del grano e di altri cereali tossici per i pazienti celiaci; tuttavia, ci sono stati recenti test di laboratorio che suggeriscono che la quinoa contiene proteine abbastanza simili al glutine da attivare il sistema immunitario di quei pazienti con malattia celiaca. La ricerca sugli effetti in vivo della quinoa è cruciale per determinare veramente se la quinoa può essere tollerata da coloro che soffrono di questa malattia.
Un nuovo studio, pubblicato da The American Journal of Gastroenterology, ha esaminato gli effetti in vivo della quinoa e ha scoperto che i pazienti celiaci possono non solo tollerare ma migliorare con una dieta che include la quinoa. Lo studio, intitolato “Gastrointestinal Effects of Eating Quinoa (Chenopodium quinoa Willd.) in Celiac Patients” ha esaminato 19 soggetti, ognuno con diagnosi di celiachia, per sei settimane di dieta senza glutine. Guidati dal primo autore Dr. Victor F. Zevallos, gli autori hanno tenuto traccia delle analisi del sangue dei soggetti e dei parametri gastrointestinali mentre ogni paziente ingeriva 50 grammi di quinoa ogni giorno.
Quinoa è uno pseudocereale originario della regione andina in Sud America che non contiene glutine. A volte viene chiamata “superalimento” perché contiene un’alta percentuale di proteine rispetto ad altri cereali e pseudocereali, è una fonte completa di tutti gli amminoacidi che l’uomo deve ingerire ed è una buona fonte di fibre alimentari, calcio e ferro. I pazienti celiaci hanno spesso una carenza di ferro quando seguono una dieta senza glutine, il che rende la quinoa un’alternativa molto promettente al grano.
Tuttavia, uno studio precedente fatto da Zevallos e dai suoi colleghi ha scoperto che la quinoa contiene prolammine che, in alcuni ceppi, erano in grado di stimolare il sistema immunitario in tessuti biopsiati di pazienti celiaci. Le prolammine sono proteine vegetali che hanno un alto contenuto di prolina che le rende difficili da digerire completamente. La gliadina, un componente del glutine, è una prolammina presente nel grano e può indurre la celiachia.
Quello studio precedente, intitolato “Variable activation of immune response by quinoa (Chenopodium quinoa Willd.) prolamins in celiac disease”, ha testato 15 cultivar di quinoa su se potevano attivare il sistema immunitario di campioni di biopsia duodenale in coltura. Gli autori hanno scoperto che due delle cultivar stimolavano le risposte immunitarie innate e adattative del tessuto e causavano il rilascio di citochine a livelli paragonabili alla gliadina.
Questo nuovo studio, pubblicato in anticipo online il 21 gennaio di quest’anno, ha esaminato come i pazienti celiaci hanno reagito all’ingestione di quinoa. I risultati dovrebbero far tirare un sospiro di sollievo ai pazienti celiaci che fanno affidamento sulla quinoa nella loro dieta. Sia i risultati delle analisi del sangue che i parametri gastrointestinali sono stati normali per tutto lo studio, e gli autori hanno anche trovato un lieve effetto positivo sui livelli di colesterolo dei soggetti.
Concludono che la quinoa è stata ben tollerata dai pazienti celiaci durante le sei settimane. Lo studio ha coinvolto solo 50 grammi di quinoa al giorno, quindi una risposta immunitaria simile alla risposta immunitaria al glutine potrebbe essere possibile con quantità significativamente maggiori di quinoa nella dieta. Gli autori fanno anche una nota per affermare che “sono necessari ulteriori studi per determinare gli effetti a lungo termine del consumo di quinoa.”
La quinoa è un alimento molto nutriente e una buona fonte di nutrienti importanti come proteine, ferro e calcio. Questo studio aiuta a sostenere la raccomandazione di molti medici di usare la quinoa come alternativa al grano per i pazienti celiaci. Speriamo che questa raccomandazione sia valida man mano che la ricerca sulla malattia celiaca e la quinoa continua.