Hai sentito la storia del coniglio sulla luna?
Tsuki no Usagi è uno dei racconti popolari giapponesi più popolari, e il suo immaginario si trova in tutto il Giappone, specialmente in questo periodo dell’anno. Potresti avere familiarità con il riferimento più famoso del Giappone a questa storia popolare, il nome della nostra Sailor Senshi preferita: Sailor Moon alias Usagi Tsukino!
Come un coniglio raggiunse la Luna:
Una notte, l’Uomo sulla Luna scese sulla terra travestito da mendicante. Si imbatté in una volpe, una scimmia e un coniglio (usagi) e chiese del cibo. La volpe gli portò del pesce da un ruscello e la scimmia portò della frutta dagli alberi, ma il coniglio poteva offrire solo erba. Così disse al mendicante di costruire un fuoco, e quando fu costruito, si gettò sulle fiamme per offrirsi all’uomo. Stupito dalla generosità del Coniglio, il mendicante si ritrasformò nell’Uomo sulla Luna e tirò il Coniglio dal fuoco. Per onorare la gentilezza del coniglio, l’Uomo sulla Luna riportò il coniglio sulla luna per vivere con lui. Ora, se guardate la luna piena, potete vedere la sagoma del Coniglio che batte il mochi sulla luna.
Questa classica storia popolare viene spesso raccontata ai bambini intorno al periodo della luna di raccolta. Anche se il racconto è stato completamente “giapponesizzato” con il tempo, le sue radici sono state rintracciate in un racconto buddista, Śaśajâtaka. In questa versione, i compagni dei conigli variano. L’eterogeneo equipaggio di animali decide di praticare la carità il giorno della luna piena. Un mendicante passa e ognuno offre qualcosa per l’uomo, ma il coniglio può offrire solo erba. Come nel racconto giapponese, salta nelle fiamme del loro fuoco. Il mendicante si rivela essere Śakra, il signore del cielo. Stupito dal sacrificio del coniglio, pone l’immagine del coniglio sulla luna perché tutti la vedano. Il racconto spiega anche perché la luna è grigia: si vede attraverso il fumo del fuoco di quella notte fatale.
Cina e Corea condividono racconti simili del coniglio sulla luna, il che ha senso, dato che il buddismo e la festa di metà autunno si sono diffusi in Asia più o meno nello stesso periodo (solo un paio di centinaia di anni li separano).