La Sagrestia Nuova fu pensata dal cardinale Giulio de’ Medici e da suo cugino papa Leone X come mausoleo o cappella mortuaria per i membri della famiglia Medici. Bilancia la Sagrestia Vecchia del Brunelleschi, la “Sagrestia Vecchia” annidata tra il transetto sinistro di San Lorenzo, con cui è consapevolmente in competizione, e ne condivide il formato di uno spazio cubico sormontato da una cupola, di pietra serena grigia e pareti imbiancate. Fu il primo saggio di architettura (1519-24) di Michelangelo, che ne disegnò anche i monumenti dedicati ad alcuni membri della famiglia Medici, con figure scultoree delle quattro ore del giorno destinate a influenzare le figure scultoree reclinate sugli architravi per molte generazioni a venire. Alla Sagrestia Nuova si accedeva da un ingresso discreto in un angolo del transetto destro di San Lorenzo, oggi chiuso.
Anche se fu coperta a volta entro il 1524, gli ambiziosi progetti della sua scultura e l’intervento degli eventi, come l’esilio temporaneo dei Medici (1527), la morte di Giulio, ora papa Clemente VII e la partenza definitiva di Michelangelo per Roma nel 1534, fecero sì che Michelangelo non la terminasse mai. Anche se la maggior parte delle statue erano state scolpite al momento della partenza di Michelangelo, non erano state messe in posizione, essendo lasciate in disordine in tutta la cappella, e successivamente installate da Niccolò Tribolo nel 1545. Per ordine di Cosimo I, Giorgio Vasari e Bartolomeo Ammannati finirono il lavoro entro il 1555.
Erano previste quattro tombe medicee, ma quelle di Lorenzo il Magnifico e di suo fratello Giuliano (modestamente sepolti sotto l’altare nella parete d’ingresso) non furono mai iniziate. Il risultato è che le due magnifiche tombe esistenti sono quelle di Medici relativamente insignificanti: Lorenzo di Piero, duca di Urbino e Giuliano di Lorenzo, duca di Nemours. Le loro componenti architettoniche sono simili; le loro sculture offrono un contrasto. Su un muro incompiuto, la Madonna col Bambino di Michelangelo, affiancata dai santi protettori medicei Cosma e Damiano, eseguiti rispettivamente da Giovanni Angelo Montorsoli e Raffaello da Montelupo su modello di Michelangelo, sono collocati sopra la loro semplice tomba rettangolare.
In una dichiarazione nella biografia di Michelangelo pubblicata nel 1553 dal suo discepolo, Ascanio Condivi, e ampiamente basata sui ricordi di Michelangelo stesso, Condivi dà la seguente descrizione: “Le statue sono quattro in numero, poste in una sacrestia… i sarcofagi sono collocati davanti alle pareti laterali, e sui coperchi di ciascuno sono reclinate due grandi figure, più grandi del vero, cioè un uomo e una donna; essi significano il Giorno e la Notte e, in congiunzione, il Tempo che divora tutte le cose… E per significare il Tempo egli pensò di fare un topo, avendo lasciato un pezzo di marmo sull’opera (che poi non eseguì perché impedito dalle circostanze), perché questo animaletto rosicchia e consuma incessantemente proprio come il tempo divora tutto”.Nel 1976, sotto la Sagrestia Nuova è stato scoperto un corridoio nascosto con disegni di Michelangelo sulle pareti.
La lanternaModifica
La lanterna in cima alla Sagrestia Nuova è fatta di marmo e ha un “…insolito poliedro montato sulla cima del tetto conico”. Il globo che si trova in cima alla lanterna ha settantadue sfaccettature ed è di circa due piedi di diametro. L’orbe e la croce, che è in cima all’orbe, sono simboli tradizionali del potere romano e cristiano, e ricorda gli orbi simili su chiese a cupola centrale come Santa Maria del Fiore e San Pietro. Ma poiché è su un mausoleo privato, la famiglia Medici sta promuovendo il proprio potere personale con la sfera e la croce, la corona d’alloro e le teste di leone, che sono tutti simboli di status e potere.
La lanterna che sostiene la sfera aiuta ad accentuare l’altezza e le dimensioni della cappella, che è abbastanza piccola. La lanterna è alta poco meno di sette metri e “…è uguale all’altezza della cupola che sormonta”. La lanterna esprime metaforicamente i temi della morte e della resurrezione. La lanterna è il luogo dove l’anima potrebbe fuggire e passare dalla “…morte all’aldilà”.